SOSTEGnO

All’interno del Progetto SOSTEGNO è stato autorizzato l’impianto di un ribesseto di ribes nero (Ribes nigrum L.). Il progetto è stato approvato dal Parco Regionale del Campo dei Fiori, a garanzia della sua coerenza con gli obiettivi di tutela e valorizzazione del territorio.

La progettazione ha richiesto un lavoro attento e puntuale, fondato sui solidi principi dell’agroecologia, per integrare coltivazione e conservazione ambientale. Il ribesseto verrà realizzato in area di margine, in una zona ad alta frequentazione dei fruitori del bosco, e sarà concepito come spazio di convivenza tra selvatico e umano: un luogo dove la coltivazione si inserisce armoniosamente nel paesaggio, rispettando biodiversità, habitat e fruizione sociale.

Accanto al ribes nero, il progetto prevede anche l’inserimento del sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia L.), specie tradizionale delle aree montane e pedemontane, preziosa per la biodiversità e per la produzione di frutti di interesse salutistico. La sua presenza arricchisce il mosaico ecologico e culturale del bosco, favorendo la continuità con le pratiche agricole storiche e con gli usi tradizionali del territorio.

Il Dipartimento di Farmacognosia dell’Università di Milano utilizzerà le parti vegetali coltivate (frutti e foglie) per studi sperimentali sui principi attivi ad uso salutistico, con particolare attenzione alle proprietà antinfiammatorie e antibatteriche. In questo modo il ribesseto diventa non solo un intervento agricolo, ma anche un ponte tra ricerca scientifica, cura del territorio e nuove opportunità per la comunità.

L’agroecologia è un approccio che unisce scienza, tradizione e innovazione per gestire i sistemi agricoli in modo sostenibile. Non si limita alla coltivazione delle piante, ma considera l’intero ecosistema: suolo, acqua, biodiversità, clima e relazioni tra esseri viventi. Il suo obiettivo è coniugare produttività e resilienza, riducendo l’uso di input chimici e valorizzando le risorse locali.

In pratica, significa progettare interventi che rispettino i cicli naturali, favoriscano la fertilità del suolo, proteggano la biodiversità e riducano l’impatto ambientale. L’agroecologia è anche un approccio sociale: restituisce valore alle aree marginali, rafforza il legame tra comunità e territorio e promuove nuove opportunità economiche e culturali.

Per l’ASFO e per il Progetto SOSTEGNO, l’agroecologia è la cornice metodologica che guida ogni scelta: dalla piantumazione del ribesseto alla gestione delle aree ecotonali, fino alla convivenza tra selvatico e umano. È la strada per trasformare i margini abbandonati in luoghi di vita, ricerca e futuro.

Il Progetto SOSTEGNO considera la fauna selvatica parte integrante del paesaggio e non un ostacolo alla coltivazione. Per questo l’impianto del ribesseto è stato progettato con protezioni fauna‑proof, ovvero sistemi che inibiscono l’ingresso soltanto delle specie considerate dannose per la sopravvivenza delle piante, senza creare barriere generalizzate.

Queste soluzioni innovative non impediscono il passaggio dei selvatici né interrompono i corridoi ecologici, garantendo la continuità degli spostamenti e delle relazioni naturali tra habitat. Le protezioni diventano così strumenti di equilibrio: difendono la coltivazione, ma al tempo stesso educano a una corretta relazione con la fauna, mostrando come sia possibile integrare coltivo e selvatico in un unico paesaggio condiviso.

In questo modo la gestione agroecologica si traduce in un modello di convivenza, dove la produzione agricola si inserisce armoniosamente nel bosco e la presenza degli animali resta parte viva e rispettata del territorio.

Il ribesseto sarà coltivato in modo non convenzionale, senza assumere l’aspetto di un presidio agricolo in cui l’impatto dell’uomo è evidente. Non ci saranno filari geometrici, teli antigrandine o impianti di irrigazione: l’obiettivo è sperimentare una coltivazione immersa nel paesaggio, a basso impatto e capace di dialogare con l’ambiente circostante.

Le pratiche agronomiche saranno orientate alla sostenibilità e all’innovazione: raccolta dell’acqua piovana, utilizzo del biochar, impiego di macerati di foglie di castagno e ortica, pacciamature organiche e taglio a mosaico del prato per favorire biodiversità e resilienza. Anche l’impianto sarà realizzato con attenzione al suolo e al contesto, senza mezzi pesanti e con buche singole, così da ridurre al minimo il disturbo e mantenere la continuità ecologica.

Questa scelta rappresenta un modello di coltivazione che non impone la propria presenza, ma si integra con il paesaggio, trasformando il ribesseto in un laboratorio di convivenza tra natura e sperimentazione agroecologica.